TERRE DI CASTELNUOVO DON BOSCO
Il Castelnovese comprende le colline attorno a Castelnuovo Don Bosco, che grossomodo si sviluppano da nord a sud tra Berzano di San Pietro e Capriglio, e da est a ovest tra Cocconato e Moncucco Torinese. Si caratterizzano per un paesaggio eterogeneo, composto di ampie valli dai morbidi profili, meta ideale per gli amanti del trekking o dei percorsi a cavallo. Vitigni d’elezione di queste terre sono lamalvasia di Schierano, detta anche «malvasia corta» e la malvasia nera lunga, coltivate fin dal XV secolo con l’appellativo di malvaticus, oggi utilizzate per vinificare Malvasia di Castelnuovo Don Bosco doc, vino dolce e naturalmente vivace che Terre dei Santi interpreta in diverse varianti enologiche. Ma è anche la zona di maggior presenza di freisa nella denominazione Freisa d’Asti e di nebbiolo nella specifica denominazione di Albugnano.
Da un punto di vista geologico la formazione del sistema collinare Castelnovese ha origine durante il piano Messiniano, durante il quale l’intero bacino piemontese era sommerso dal mare. Durante il piano Messiniano le correnti di torbida creano sul fondale marino enorm,i accumuli detritici che, attraverso un processo di compattamento e cementificazione, danno vita ad un sistema collinare, tra le prime terre emerse dell’area durante il ritrarsi delle acque. Questo processo ha dato vita a diversi fenomeni caratteristici, tra cui la formazione di accumuli gessosi ancora oggi visibili sul territorio. Il Castelnovese può essere suddiviso in tre aree distinte: una fascia centrale, caratterizzata da suoli di matrice calcareo argillosa, adatti ai grandi vini da invecchiamento, in particolar modo le Barbera d’Asti, a cui donano vivaci colori e ottima struttura; una fascia meridionale che si sviluppa a sud del Comune di Pino d’Asti fino a coinvolgere le frazioni di Castelnuovo Don Bosco Mondonio, Morialdo e Ranello, dove prevalgono sedimenti fluviali, con ampie zone di löss, caratterizzate da banchi sabbiosi più o meno fini: zone vocate in particolar modo al Bonarda; e una fascia settentrionale, dove al tufo e alle sabbie si alterna la presenza di rocce vive, tipiche di un ambiente montano. Quest’ultima è l’area individuata dalla denominazione Albugnano, i cui colli raggiungono i 549 metri sul livello del mare: qui boschi e altitudine contribuiscono a rinfrescare il clima, rendendolo favorevole alle esigenze del vitigno nebbiolo, di cui esalta acidità e profilo aromatico.